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Dopo che le elezioni politiche 2008 si sono concluse, è doveroso dare un’occhiata ai manifesti che hanno animato la campagna elettorale (e con questo torniamo a parlare di qualcosa che non sia Lost :wink:).
Per ora mi limiterò a proporre una serie di esempi, con un occhio particolare al fenomeno dei manifesti ritoccati (o taroccati): si tratta infatti del più evidente segnale di novità rispetto allo statico panorama della cartellonistica politica, che, salvo poche eccezioni creative, continua a replicare stancamente modelli ormai da tempo abusati.
Il ritocco ironico e dissacrante dei manifesti elettorali (da parte degli utenti di internet, delle sezioni giovanili degli stessi partiti, o addirittura di gente comune che esprime la propria insoddisfazione con un pennarello indelebile) suggerisce come la forma di comunicazione politica adottata dalle forze partitiche sia percepita con distacco, indifferenza e fastidio, come una sorta di male necessario in vista delle elezioni, quando invece dovrebbe essere veicolo di aggregazione e conquista del consenso nonchè espressione di creatività e innovazione.
Alcuni manifesti si riferiscono anche alle precedenti tornate elettorali.
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